
Oggi ci ricolleghiamo al post I Paramorfismi di qualche settimana fa e vediamo nel dettaglio uno dei difetti posturali più comuni nella popolazione moderna: l’ipercifosi dorsale, più comunemente e colloquialmente definita “schiena gobba” o “schiena curva”.

Prima di addentrarci nell’argomento, però, facciamo una premessa.
La nostra colonna vertebrale non è dritta, come potremmo pensare, ma presenta un andamento a onda, che le permette di sopportare il peso della parte superiore del nostro corpo, dal cranio fino alle anche. Più precisamente, il rachide ha due curve “in avanti” (lordosi, dal greco lórdōsis, piegamento ) e una curva “all’indietro” (cifosi, dal greco kýphōsis, curva), con specifici angoli. L’atteggiamento di postura scorretta a livello della colonna vertebrale si ha quando una (o più) delle curve presenta un’angolatura fuori dai limiti di equilibrio.
L’ipercifosi dorsale è, dunque, un’accentuata curvatura della zona toracica del rachide.
In seguito a ciò, la muscolatura dorsale si allunga, le spalle scendono in avanti e i muscoli del petto si accorciano. Per continuare a guardare diritto e non inciampare sui nostri passi o su qualche ostacolo, spesso la curva della zona cervicale tende ad ampliarsi a sua volta, il mento si solleva e la zona occipitale (la parte bassa del cranio) si avvicina alla schiena.

Chi ha un atteggiamento ipercifotico a livello dorsale soffre spesso di dolori alla parte alta della schiena, torcicollo, intorpidimenti sia alla colonna vertebrale che alle braccia e alle mani. Altri sintomi includono una cattiva respirazione dovuta alla compressione di polmoni e diaframma, un affaticamento precoce, difficoltà digestive ed emicranie persistenti, che non svaniscono nemmeno con l’aiuto di antidolorifici.
A tutto questo si aggiunge il disagio estetico della “gobba”, che può condizionare in modo sensibile la vita di chi ne soffre.

Da cos’è causata l’ipercifosi dorsale?
I motivi dell’insorgenza di questo difetto posturale sono moltissimi e hanno natura psicosomatica, ovvero derivano da condizioni fisiche e/o emotive e psicologiche.
L’ipercifosi può essere congenita o risultare da una particolare patologia (l’osteoporosi, per esempio), ma anche accentuarsi in seguito a un incidente o un infortunio, o essere semplicemente il risultato di una cattiva postura appresa per abitudini lavorative, di svago o per imitazione di chi ci sta intorno.
Altre cause derivano da stress eccessivo, disturbi d’ansia e situazioni di disagio sociale. Quando ci troviamo in una situazione che giudichiamo, anche inconsciamente, pericolosa per noi, il nostro corpo si racchiude in se stesso, raggomitolandosi in avanti, seguendo l’antico istinto di conservazione della specie e proteggendo i propri organi vitali.

Abbiamo detto che, finché si rimane nei paramorfismi, ovvero nei meri difetti posturali, possiamo porre rimedio alla nostra condizione.
Come si tratta l’iperlordosi dorsale, quindi?
A seconda della gravità del difetto ci sono diversi protocolli da seguire presso il fisioterapista o direttamente in palestra, tramite una ginnastica posturale mirata o, ancora meglio, uno specifico lavoro in sala pesi e cardiofitness seguiti in modalità uno-a-uno da un trainer qualificato.
In sala pesi e cardiofitness l’istruttore creerà una scheda di workout personalizzata, con esercizi volti a togliere tensione a tutti i muscoli che contribuiscono a lasciar scivolare le spalle in avanti (principalmente, gran pettorale, gran dorsale, grande rotondo e sottoscapolare) e a rafforzare i muscoli che “tirano indietro” le spalle (deltoide posteriore, sottospinato, piccolo rotondo e trapezio). L’azione congiunta di questi ultimi muscoli – che diventano più forti ed essenzialmente più in grado di reggere il peso delle spalle – e dei primi, che si allungano di più, raddrizzerà piano piano la schiena e farà scomparire sia la gobba, che tutte le sue conseguenze.

Le sessioni di allenamento prevederanno molto stretching e alcuni esercizi volti a migliorare equilibrio e percezione di sé nello spazio, ma non pensare che si tratterà di un allenamento blando! In assenza di altre complicazioni, non c’è alcuna ragione per cui chi è affetto da un paramorfismo di questo tipo non possa allenarsi normalmente: è sufficiente stare attenti agli esercizi da eseguire e soprattutto a come si fanno.
Non sarà nemmeno necessario essere seguiti a vita da un personal trainer, anzi, il buon istruttore mira ad accompagnare il proprio cliente verso un percorso che gli concede più autonomia, oltreché un migliore stato di salute psicofisica, ricordalo sempre!

Per oggi è tutto, nel prossimo appuntamento con i difetti posturali parleremo di iperlordosi lombare. Nel frattempo, dicci: ti riconosci nei sintomi dell’ipercifosi?